Daphnuti è una piccola spiaggia dove andavo da piccola, in Grecia...due ore di cammino, per arrivare in un posto unico. Quasi un trauma infantile...questo è Daphnuti.
venerdì 29 luglio 2011
giovedì 28 luglio 2011
mercoledì 27 luglio 2011
martedì 26 luglio 2011
domenica 24 luglio 2011
sabato 23 luglio 2011
venerdì 22 luglio 2011
giovedì 21 luglio 2011
mercoledì 20 luglio 2011
martedì 19 luglio 2011
lunedì 18 luglio 2011
domenica 17 luglio 2011
venerdì 15 luglio 2011
giovedì 14 luglio 2011
mercoledì 13 luglio 2011
lunedì 11 luglio 2011
domenica 10 luglio 2011
venerdì 8 luglio 2011
Shit happens
Me ne sono resa conto prima.
Mentre ero seduta ancora in pigiama sul pavimento, circondata da carte, libri, quaderni, cartelline, mentre il telefono squillava e le mail attendevano una risposta.
Ho un mio ordine, ma alle volte è così ragionato che non mi seguo.
Così perdo qualcosa.
Momentaneamente.
Poi la ritrovo.
Ma dopo aver smantellato la casa, la macchina, alle volte anche dopo aver aperto scatole chiuse da anni.
Ritrovo la cosa che cercavo soprattutto dopo che ho pianto.
Sì perchè alla fine per la disperazione finisco col piangere.
Ma perchè non trovo le cose sempre quando sono importanti cazzo, ecco perchè!
Tipo oggi, dovevo trovare la lettera di credenziali per portarla al colloquio.
Ovviamente non la trovavo.
Ho cercato per due ore.
Poi, stanca, mi sono seduta e mi sono guardata intorno.
Ho pensato : “cosa faccio di solito per trovare le cose dopo tanto?”
La triste risposta, perchè è troppo da romanzo rosa eh, è “Piango.”
Ma oggi non mi viene da piangere.
Ed è un casino.
Come cazzo la trovo la lettera se non piango?
Trishtezza sta cosa delle lacrime trova tutto, mamma mia...
Soffrirò di una sorta di sindrome dell'abbandono anche da parte degli oggetti?
Fatto sta che mi sono opposta alla scenetta da romanzo rosa con me in pigiama sul pavimento che mi dondolo abbracciata alle gambe, mentre le carte intorno a me si muovo al vento estivo inesistente.
Ho preso foglio per foglio, cartellina per cartellina e l’ho riaperta.
Tranquillamente.
Spulciando ogni minimo anfratto, ogni lettera.
Ordinatamente e, soprattutto, ragionando.
E’ così che si fa, cazzo!
Ovviamente non l’ho trovata.
Ho mandato tutto a fanculo e sono andata a farmi un caffè.
Poi mi sono ricordata che l’avevo messa tra due enciclopedie del salone a “stirare”.
Eh..s’era fatta una pieghetta.
Mentre ero seduta ancora in pigiama sul pavimento, circondata da carte, libri, quaderni, cartelline, mentre il telefono squillava e le mail attendevano una risposta.
Ho un mio ordine, ma alle volte è così ragionato che non mi seguo.
Così perdo qualcosa.
Momentaneamente.
Poi la ritrovo.
Ma dopo aver smantellato la casa, la macchina, alle volte anche dopo aver aperto scatole chiuse da anni.
Ritrovo la cosa che cercavo soprattutto dopo che ho pianto.
Sì perchè alla fine per la disperazione finisco col piangere.
Ma perchè non trovo le cose sempre quando sono importanti cazzo, ecco perchè!
Tipo oggi, dovevo trovare la lettera di credenziali per portarla al colloquio.
Ovviamente non la trovavo.
Ho cercato per due ore.
Poi, stanca, mi sono seduta e mi sono guardata intorno.
Ho pensato : “cosa faccio di solito per trovare le cose dopo tanto?”
La triste risposta, perchè è troppo da romanzo rosa eh, è “Piango.”
Ma oggi non mi viene da piangere.
Ed è un casino.
Come cazzo la trovo la lettera se non piango?
Trishtezza sta cosa delle lacrime trova tutto, mamma mia...
Soffrirò di una sorta di sindrome dell'abbandono anche da parte degli oggetti?
Fatto sta che mi sono opposta alla scenetta da romanzo rosa con me in pigiama sul pavimento che mi dondolo abbracciata alle gambe, mentre le carte intorno a me si muovo al vento estivo inesistente.
Ho preso foglio per foglio, cartellina per cartellina e l’ho riaperta.
Tranquillamente.
Spulciando ogni minimo anfratto, ogni lettera.
Ordinatamente e, soprattutto, ragionando.
E’ così che si fa, cazzo!
Ovviamente non l’ho trovata.
Ho mandato tutto a fanculo e sono andata a farmi un caffè.
Poi mi sono ricordata che l’avevo messa tra due enciclopedie del salone a “stirare”.
Eh..s’era fatta una pieghetta.
giovedì 7 luglio 2011
mercoledì 6 luglio 2011
martedì 5 luglio 2011
lunedì 4 luglio 2011
venerdì 1 luglio 2011
Salta
Ogni volta che vado ad un concerto mi viene un po’ di tristezza.
Oddio proprio tristezza no..però un po’ di amaro in bocca diciamo.
E’ che non riuscirai mai a rendere con un video o una foto un concerto.
Tanto meno con delle parole.
Parere mio.
Le parole sono le ultime cose che ti posso descrivere bene un concerto, soprattutto se ti è piaciuto.
Una foto?
Sarebbe uguale a tante altre.
Un po’ di fumo, tante luci, braccia alzate, un po’ di teste, blabla..
Un video?
Caos, gente che si muove, il tipo accanto a te che urla, l’inquadratura istabile, te che urli, blabla..
Allora mentre ero lì, ricoperta di terra, sudata, saltando e gridando le canzoni più sentite, ho pensato che forse non ci riuscirò proprio a farmi capire.
A far capire cosa provo mentre urlo “ma voglio che tu, tu piano piano scivoli dentro me, ma voglio che poi nell’insinuarti sia incantevole”, “ Tu sai difendermi e farmi male, ammazzarmi e ricominciare”, ecc ecc.
Vedi.
Anche adesso che lo scrivo lo trovo banalissimo.
Non rende proprio.
Venisse qualcuno a dirmelo non mi farebbe affatto effetto.
“Un concerto bellissimo non puoi capire! Questo di qua, quello di là!”
“..ah ah..bene” risponderei così.
Come fai poi a rendere il cuore che nemmeno sai se ce l’hai più, il dolore perchè la tua amica sta saltando sul tuo mignolino da ore, la gola che senti che si allarga per urlare e raschia...raschia tutto quello che urli, gli occhi che si inumidiscono e che istintivamente a volte chiudi corrugando la fronte.
Boh.
Non si riesce a descrivere.
O per lo meno tutti quelli che l’hanno descritto a me non hanno mai reso l’idea.
Detto ciò, io mi sono capita.
Ed è stato un bel concerto :)
Oddio proprio tristezza no..però un po’ di amaro in bocca diciamo.
E’ che non riuscirai mai a rendere con un video o una foto un concerto.
Tanto meno con delle parole.
Parere mio.
Le parole sono le ultime cose che ti posso descrivere bene un concerto, soprattutto se ti è piaciuto.
Una foto?
Sarebbe uguale a tante altre.
Un po’ di fumo, tante luci, braccia alzate, un po’ di teste, blabla..
Un video?
Caos, gente che si muove, il tipo accanto a te che urla, l’inquadratura istabile, te che urli, blabla..
Allora mentre ero lì, ricoperta di terra, sudata, saltando e gridando le canzoni più sentite, ho pensato che forse non ci riuscirò proprio a farmi capire.
A far capire cosa provo mentre urlo “ma voglio che tu, tu piano piano scivoli dentro me, ma voglio che poi nell’insinuarti sia incantevole”, “ Tu sai difendermi e farmi male, ammazzarmi e ricominciare”, ecc ecc.
Vedi.
Anche adesso che lo scrivo lo trovo banalissimo.
Non rende proprio.
Venisse qualcuno a dirmelo non mi farebbe affatto effetto.
“Un concerto bellissimo non puoi capire! Questo di qua, quello di là!”
“..ah ah..bene” risponderei così.
Come fai poi a rendere il cuore che nemmeno sai se ce l’hai più, il dolore perchè la tua amica sta saltando sul tuo mignolino da ore, la gola che senti che si allarga per urlare e raschia...raschia tutto quello che urli, gli occhi che si inumidiscono e che istintivamente a volte chiudi corrugando la fronte.
Boh.
Non si riesce a descrivere.
O per lo meno tutti quelli che l’hanno descritto a me non hanno mai reso l’idea.
Detto ciò, io mi sono capita.
Ed è stato un bel concerto :)
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